Maryam Kouchaki insegna Management e Organizations alla Kellogg School, la sua ricerca mira a dare contributi teorici e pratici all’intersezione tra management e psicologia. Lo studio del processo decisionale connesso alla morale rientra in questo ambito. Nei paesi in cui la cultura del lavoro è una parte significativa della nostra identità è ingenuo pensare che la persona al lavoro possa essere differente rispetto a quando è in casa.
In realtà è proprio nell’ambiente lavorativo dove è più probabile imbattersi in dilemmi morali, e dove ci si potrebbe trovare a fare scelte non etiche.
In un articolo recente, Isaac Smith della Brigham Young University e la prof.ssa Kouchaki, sostengono che le aziende possono fare molto per trasformare i luoghi di lavoro, creando le basi per un apprendimento etico continuo, all’interno delle aziende stesse.
Per fare questo è necessario adottare una visione ampia e olistica della formazione sull’etica. È necessario pensare a come fare le cose in modo più sistematico, in modo tale da aiutare davvero le organizzazioni e le società.
Le aziende dovrebbero cercare di diventare “laboratori morali”, una frase che hanno scelto gli autori e rende bene l’idea dell’approccio. Bisogna essere pazienti e sperimentare cose diverse, ed è necessario accettare ed imparare anche da approcci che non hanno
In che modo le aziende possono promuovere una maggiore cultura etica?
Integrare l'etica nella cultura aziendale
L’etica non dovrebbe essere considerata come un argomento distinto, le aziende dovrebbero sforzarsi di integrarla in ogni aspetto della loro cultura, sia formale che informale. Kouchaki e Smith suggeriscono di includere domande relative all’etica nei colloqui di lavoro, delineare i valori dell’azienda durante l’onboarding, offrire una formazione etica specifica per il lavoro e rendere la condotta etica una parte regolare delle revisioni delle prestazioni.
Costruire una cultura etica non significa solo dire ai dipendenti cosa non fare. Le aziende possono offrire premi ai dipendenti che dimostrano integrità o creare bacheche di gratitudine in cui i dipendenti possono esprimersi in modo anonimo. Queste misure possono favorire un ambiente in cui predomina un comportamento positivo e prosociale, piuttosto che una concorrenza spietata.
Tutto ciò richiede il pieno appoggio del management. I leader sono essenziali nella creazione e nel mantenimento di una cultura etica. È stato dimostrato che la leadership etica, riduce la devianza e aumenta il comportamento di aiuto tra i dipendenti.
Coltivare un ambiente in cui è consentito imparare dal fallimento
È importante creare un ambiente psicologicamente sicuro in cui l’assunzione di rischi e la richiesta di aiuto non siano tabù. I leader possono coltivare la sicurezza psicologica ammettendo i propri passi falsi, sollecitando regolarmente feedback da tutta l’organizzazione e ricordando in modo proattivo ai dipendenti che l’etica è un processo di apprendimento.
La ricerca mostra che è più probabile che i trasgressori evitino comportamenti non etici in futuro se provano più un senso di colpa (per aver causato danni agli altri) piuttosto che vergogna (essere visto negativamente dagli altri). Ciò significa incoraggiare i dipendenti che hanno commesso errori a concentrarsi su chi è stato danneggiato e su cosa avrebbero potuto fare di diverso. Queste misure consentono di creare in azienda un percorso di crescita comune.
Promuovere l'umiltà
La maggior parte di noi pensa che in una situazione critica, riusciremmo facilmente a prendere la decisione “giusta” o perlomeno, quella più etica. Questa convinzione spesso è il problema: l’eccessiva sicurezza morale è associata all’incapacità di ammettere i propri errori.
La semplice sensibilizzazione dei dipendenti sulla naturale tendenza umana a sopravvalutarsi può essere molto utile. È importante far capire al proprio personale che il comportamento non etico sul posto di lavoro non è semplicemente il risultato di alcune mele marce, ma che tutti noi siamo soggetti a prove di questo tipo.
La formazione sull’etica, spesso incentrata su cosa fare e cosa non fare, può essere ampliata per includere informazioni sui tipi di situazioni in cui è più probabile che le persone si possano imbattere; sui tipi di giustificazioni comunemente utilizzate quando si commettono comportamenti non corretti, e anche far capire le conseguenze che possono avere per la collettività.
Ci sono corsi di formazione in cui i dipendenti vengono introdotti in simulazioni dove è necessario prendere decisioni difficili ed etiche e poi viene chiesto loro di rispondere a domande quali: “mi sentirei a mio agio se il motivo di questa decisione apparisse in prima pagina sulla stampa?”, “cosa accadrebbe se tutti si comportassero così?”.
Incoraggiare la riflessione
La riflessione, il processo di ripensamento su un progetto o un’esperienza, migliora l’apprendimento, soprattutto se combinata con un feedback regolare. Kouchaki e Smith suggeriscono alle aziende di creare le opportunità per una riflessione etica ed imparare sia dai successi e sia dai fallimenti.
Ad esempio, molte aziende svolgono già regolari riunioni quando terminano progetti importanti. Le aziende possono aggiungere una serie standard di domande etiche a questi incontri: questo progetto e questo processo erano coerenti con i nostri valori? Abbiamo superato dei limiti? Riflettere su progetti già conclusi può essere un ottimo modo per discutere in anticipo le sfide etiche del futuro.
Favorire il volontariato
Le aziende dovrebbero offrire ai dipendenti l’opportunità di impegnarsi in opportunità concrete di crescita morale, come il lavoro di volontariato. Dare ai dipendenti la possibilità di servire gli altri, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, ha molti effetti positivi e sviluppa una maggiore responsabilità sociale.
Conclusioni
Costruire una cultura etica sul lavoro è un processo, e in quanto tale bisogna anche aspettarsi che non tutto vada in maniera lineare e semplice, ma ci sono prove evidenti che le aziende più etiche hanno dipendenti più felici e fanno meglio sul mercato, e questo lo sappiamo anche dalla letteratura di ricerca.